Chemsex

Uomini che fanno sesso con uomini (MSM) utilizzatori di sostanze stupefacenti nell’attività sessuale (Chemsex)

Il progetto Heathy Peers ha il merito di affrontare con responsabilità ed in modo serio il tema del Chemsex, al fine di diffondere l’informazione sui rischi di pratiche che si stanno registrando sempre più frequentemente anche in Italia.

Il termine Chemsex si riferisce ad una pratica nata nel Regno Unito che consiste nel consumo di specifiche sostanze, da parte di uomini che fanno sesso con uomini, per favorire la prestazione sessuale ed aumentarne la durata. Tali sostanze vengono consumate nell’ambito di  “chemsex party”, in cui diversi uomini si incontrano per avere rapporti sessuali anche per giorni da cui l’uso del sinonimo di Party and Play. Spesso il termine “chemsex” è tuttavia usato impropriamente per indicare, in senso generale, l’uso di qualsiasi sostanza psicoattiva che, a seguito dell’assunzione, stimoli l’attività sessuale.

Sulla base dello studio di Adam Bourne (2014, reperibile qui), condotto a Londra, le sostanze usate sono:

1. 1. Mefedrone (Meph, noto anche come “m-cat” o “meow meow”): in precedenza era un “euforizzante legale”, ora è illegale in Italia. Appartiene alla classe chimica dei catinoni i cui effetti sono assimilabili in parte alla cocaina e in parte alle fenetilamine entactogeniche (come l’MDMA) con le quali condivide, anche se in misura meno intensa, gli effetti.
   2. Ghb/Gbl (noto anche come “G”): il gamma-idrossibutirrato (GHB), ed il gamma-butirrolattone (GBL) A dosi basse, possono causare uno stato di euforia e di aumentata socialità con sensazione di benessere, rilassatezza, aumento della sensazione tattile e del desiderio sessuale. Aumenta il mantenimento dell’erezione peniena. Sono note come “droghe dello stupro” molto pericolose se mescolate con depressivi quali l’alcol.
   3. Metamfetamina (o metanfetamina, noto con il nome di Crystal meth): un’anfetamina di classe A che fa provare uno stato di esaltazione e di sovrastimolazione. Condivide con l’anfetamina il meccanismo d’azione, basato sul rilascio delle catecolammine a livello sinaptico, in particolare la dopamina, neurotrasmettitore deputato a stimolare la sensazione di piacere e appagamento.

L’uso di sostanze ricreative e lo studio dei danni associati agli abusi continuano a interessare la salute sessuale degli uomini che praticano sesso con uomini, in particolare per quanto riguarda la trasmissione di HIV e IST. In Italia non si conoscono le esigenze specifiche delle persone che praticano Chemsex, ma allineandosi alle linee guida internazionali sul tema (The European Chemsex Forum, 2019), è chiara l’opportunità ai fini della prevenzione di coinvolgere direttamente gli utilizzatori di sostanze per capire quali siano i bisogni di salute e i possibili strumenti per migliorare la loro qualità di vita in un’ottica sia di prevenzione, sia di riduzione del danno.

Dalla ricerca svolta nell’ambito del progetto Healthy Peers sono emerse evidenze importanti sull’uso di sostanze di accompagnamento alle pratiche sessuali. Uno studio quantitativo rivolto a uomini che fanno sesso con uomini maggiorenni ha permesso di raccogliere ed analizzare le risposte pervenute da 1638 MSM fra i 18 e i 69 anni.

Nella tabella seguente sono elencate le sostanze che i rispondenti hanno dichiarato di aver usato almeno una volta.

Rispetto alla domanda specifica sul Chemsex, cioè l’uso di sostanze stimolanti per prolungare e migliorare la sessualità come Mefedrone (Meph), GHB/GBL e/o Crystal Meth (Metanfetamine), 91 partecipanti (5.56%) dichiarano di averlo fatto almeno una volta nella vita.

Emerge in varie risposte la necessità di un focus di salute rispetto all’utilizzo di sostanze, sia legato al fenomeno del chemsex, sia legato alle party drugs, sia all’alcool. Viene evidenziato dai partecipanti come vi sia un silenzio omertoso che ricopre il consumo di sostanze stupefacenti, aumentandone il fascino e il rischio di un avvicinamento non consapevole. Molti MSM riportano di aver bisogno di maggiore informazione e comunicazione sulle sostanze, su cosa siano, che effetti provochino e quali siano i rischi effettivi legati al loro consumo. La maggior parte dei partecipanti non è a conoscenza della riduzione del danno in questa tematica. Alcuni mostrano resistenza alla possibilità di parlarne, chiedere aiuto, per paura di essere giudicati per il loro comportamento sessuale e/o per il consumo di sostanze. Questa resistenza emerge soprattutto da alcuni MSM che praticano chemsex, ma allo stesso tempo l’estrema utilità e la necessità di un supporto specifico che li aiuti a ridurre i rischi o a uscire da situazioni problematiche è ampiamente riconosciuta.

Dalla sinergia della comunità LGBT+ e i servizi della salute sul territorio potrebbe nascere un movimento di accoglienza e riconoscimento di una realtà che non riguarda esclusivamente le droghe o il comportamento sessuale ma ha le sue caratteristiche che devono essere ascoltate e comprese. Alcuni fanno riferimento ad un allarmante incremento dell’utilizzo di alcol che è socialmente accettato ma che poi ha effetti deleteri sulla sessualità e sulle relazioni sociali.