I farmaci antiretrovirali
La base di questo ventaglio di strumenti sta proprio nei farmaci antiretrovirali e nel loro uso combinato.
Questi farmaci colpiscono i meccanismi virali responsabili della replicazione del virus, dall’attacco alla cellula ospite (i Linfociti T CD4, per approfondimenti link alla scheda trasmissione) alla sua diffusione, e si dividono in diverse classi a seconda della loro azione:
- Gli inibitori di fusione, legandosi alle proteine di superficie della cellula a cui il virus si lega per entrare al’interno dei linfociti T CD4 (che, assieme al recettore CCR5 e al CXCR4, sono proprio i recettori che il virus utilizza), ne bloccano l’entrata.
- Gli inibitori della Trascrittasi inversa impediscono al virus di trasformare il suo codice genetico – composto di RNA – in DNA. I primi farmaci antiretrovirali scoperti, tra cui l’AZT, appartengono a questa classe, come il Tefonovir e l’Emtricitabina, componenti del Truvada, farmaco usato nella PrEP. Per approfondimento, link alla scheda sulla PrEP.
- Gli inibitori dell’Integrasi prevengono l’integrazione del DNA prodotto dal virus nel DNA cellulare.
- Gli inibitori delle Proteasi impediscono la costruzione di nuove particelle virali, intervenendo sui meccanismi di produzione delle proteine che andranno a costruire i nuovi virus, all’interno della cellula T ospite. Con l’introduzione di questi farmaci si ebbero le prime terapie veramente efficaci contro HIV.
Le terapie farmacologiche
Con la sintesi del primo inibitore della proteasi, dal 1995 si resero possibili regimi di terapia che, colpendo più di un meccanismo virale, riuscirono non solo a controllare l’avanzare dell’infezione, ma a far regredire la replicazione virale fino a livelli sotto soglia di test: condizione a regime per ogni persona sieropositiva che segue una terapia al giorno d’oggi. Questo standard di cura, base delle terapie odierne, prese il nome a partire dalla seconda metà degli anni novanta di HAART (Highly Active AntiRetroviral Therapy)
Esistono diversi schemi di terapia a disposizione attualmente, che si basano tutti su questo concetto. Usualmente, una terapia antiretrovirale a regime si compone di una – due pastiglie al giorno; e con l’arrivo delle terapie Long Acting, saranno possibili nuovi regimi di cura, che prevedono somministrazioni a cadenza mensile.
Le terapie antiretrovirali a disposizione oggi sono molto efficaci e ben tollerate; tuttavia, ignorando il nostro stato sierologico corriamo il rischio che il nostro sistema immunitario venga logorato senza che ce ne accorgiamo: includere nella nostra routine di controlli medici uno screening per HIV – per approfondimenti link alla scheda di test – e altre infezioni sessualmente trasmesse ci permette di curare non solo la nostra salute, ma soprattutto il nostro benessere.