Come si trasmette l’HIV
La trasmissione
In una persona con HIV non in trattamento il virus è in attiva replicazione, e copie del virus sono presenti in diverse concentrazioni in:
- Sangue
- Liquido spermatico
- Latte materno
- Liquido pre-spermatico (sebbene in concentrazioni molto molto basse)
- Fluidi vaginali
- Secrezioni (muco) rettali
I virus dell’HIV si trasmette da una persona all’altra attraverso lo scambio di questi liquidi corporei. Le principali vie di infezione sono: rapporti sessuali; uso comune di siringhe; trasmissione da madre a figlie e figli durante la gravidanza, il parto o l’allattamento.
Come si è visto nelle schede che parlano del virus, l’HIV si replica nel corpo attaccando una parte del sistema immunitario: i Linfociti T CD4+, distribuiti nel sangue, ma anche in parte fra le cellule delle mucose.
Affinché la trasmissione avvenga, vi sono 3 variabili da considerare:
- Carica virale (quantità di copie del virus, possono variare in base al tipo di fluido o allo stadio dell’infezione)
- Porta d’entrata (la presenza di una lesione o microlesione che faciliti l’ingresso del virus)
- Tempo (quanto più a lungo avviene il contatto maggiore è la possibilità di infettare)
Diverse pratiche sessuali espongono a diversi rischi proprio in base a questi criteri.
Nel sesso orale
La saliva ad esempio contiene una carica virale talmente bassa da non costituire realmente una minaccia. Per cui nel sesso orale la persona che con la bocca stimola i genitali ha un rischio maggiore della persona che riceve la stimolazione.
Il liquido spermatico contiene una carica virale molto più alta rispetto al liquido pre-spermatico, per cui ricevere lo sperma in bocca comporta un alto rischio. Ingoiare lo sperma espone ad un rischio ancora maggiore.
Nel sesso penetrativo
Sia sperma che liquido pre-spermatico, che fluidi vaginali e rettali contengono copie del virus. Tuttavia vi sono alcune differenze nel sesso penetrativo. In via generale nella pratica penetrativa la persona ricettiva è maggiormente a rischio rispetto all’insertivo.
Vi è anche una differenza rispetto al tipo di penetrazione pene-ano o pene-vagina. La mucosa del retto è più fragile rispetto a quella della vagina, per cui più facilmente si potranno creare delle lesioni o microlesioni che permetteranno al virus di entrare. Esistono inoltre alcuni fattori che possono aumentare ancor di più il rischio, come essere già affetti da altre IST (come sifilide, clamidia o gonorrea).
Evoluzione dell’infezione
Una volta che il virus raggiunge la cellula bersaglio comincia a riprodursi. Entro 48 ore dal contatto, HIV si diffonde ai linfonodi e poi al sangue; l’infezione diventa sistemica.
Dopo 2-6 settimane si ha, di solito, l’apice dell’infezione acuta. La carica virale è molto alta, e di solito in questo periodo è presente una sorta di sindrome influenzale, con febbre o febbricola, mialgia, mal di testa
Questo periodo coincide con la sieroconversione, ossia, il momento in cui il sistema immunitario comincia a rispondere al virus producendo degli anticorpi.
Purtroppo questi anticorpi non sono completamente efficaci, riescono a “tenere a bada” il virus, spesso per molti anni, fino a quando la replicazione andrà a indebolire così tanto il sistema immunitario da provocare la sindrome da immunodeficienza (AIDS).
Sintomi
I sintomi possono presentarsi da 2 a 6 settimane del contagio. Sono molto poco specifici e per alcuni l’infezione avviene in maniera totalmente asintomatica.
Possono essere presenti, febbre o febbricola, mal di gola, mal di testa, sudorazione intensa.