Monkeypox

Il monkeypox, o “vaiolo delle scimmie”, è una malattia zoonotica causata da un virus della stessa famiglia del virus Variola ( causa del Vaiolo negli esseri umanì), ma che si differenzia da questo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca. Allo stesso genere – gli Orthopoxvirus – appartengono anche altri virus che colpiscono molte specie di vertebrati.

Identificato per la prima volta come patogeno umano nel 1970, casi di Monkeypox sono stati riportati in Africa centrale e occidentale, che risultano endemiche per questa infezione.

Dal maggio 2022, numerosi casi sono stati segnalati in nazioni non endemiche, in Europa e negli Stati Uniti, compreso tutto il territorio italiano. Si stanno conducendo numerosi studi per aumentare la nostra conoscenza su una situazione in costante evoluzione.

Sintomi

il monkeypox di solito si risolve spontaneamente entro due – quattro settimane da quando i sintomi cominciano ad apparire, nella maggior parte dei casi in forma lieve e con un decorso benigno. Tuttavia, forme più gravi possono manifestarsi soprattutto in alcuni gruppi di popolazione particolarmente fragili immunosoppresse.

I sintomi compaiono dopo un periodo di incubazione che va da 5 a 21 giorni, e comprendono di solito:

  • febbre anche alta, oltre i 38,5°C,
  • sonnolenza
  • mal di testa
  • dolori muscolari

I segni più frequenti sono linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee. Le lesioni possono essere piatte o leggermente rialzate, piene di liquido limpido o giallastro, possono formare croste, seccarsi e cadere. Predominano le lesioni ano-genitali, seguono tronco, braccia e gambe, viso e palmi delle mani e dei piedi. L’eruzione cutanea può anche essere riscontrata sulla bocca, sulla zona perigenitale e sugli occhi.

Trasmissione

Il virus si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico: in particolare

  • contatto diretto – anche e soprattutto attraverso rapporti sessuali – con le lesioni cutanee. I fluidi delle lesioni e le croste sono particolarmente infettivi: vi è possibilità di contagio anche attraverso lo scambio di indumenti, lenzuola, asciugamani entrati in contatto con le lesioni.
  • contatto prolungato faccia a faccia: ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e i dati non hanno ancora confermato se il virus possa diffondersi attraverso la saliva o attraverso droplet (goccioline respiratorie)

Diagnosi

Il monkeypox viene diagnosticato attraverso la ricerca del DNA virale in campioni prelevati attraverso tampone su lesioni sospette.

Se hai avuto un contatto diretto con una persona affetta da monkeypox

Per chi ha avuto un contatto stretto – inclusa attività sessuale – è raccomandabile per i 21 giorni successivi all’ultima esposizione:

  • fare auto-monitoraggio dei propri sintomi, misurando la febbre almeno due volte al giorno e controllando l’insorgenza di lesioni cutanee e/o altri sintomi sistemici;
  • praticare un’attenta igiene delle mani e respiratoria;
  • evitare contatti stretti, compresi quelli sessuali, specialmente con persone immunocompromesse;
  • evitare di donare organi, tessuti o cellule (incluso il sangue, il latte materno o lo sperma).

Sono contatti anche gli operatori sanitari potenzialmente esposti in assenza di adeguati DPI (Dispositivi di Protezione Individuale). Per chi ha avuto i contatti stretti ma non presenta sintomi non è necessaria la quarantena, quindi è possibile continuare ad andare a lavoro, a scuola/università e in altri luoghi sociali. In caso di comparsa dei sintomi o se si ha avuto un contatto sessuale con una persona contagiata da monkeypox, è necessario contattare il centro IST più vicino.

Se si è contratto il monkeypox

Se si ha avuto una diagnosi di infezione da Monkeypox, è importante seguire le indicazioni ricevute dal medico o dal dipartimento di malattie infettive del proprio territorio, sia per quel che riguarda gli eventuali farmaci da assumere sia per quel che riguarda il tracciamento dei contatti e l’isolamento. Inoltre, dal momento della diagnosi fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle, è necessario:

  • rimanere in isolamento a casa in una stanza dedicata ed uscendo solo temporaneamente (per visite mediche e/o per fare esercizio fisico essenziale alla propria salute psicologica) indossando una mascherina chirurgica e coprendo le lesioni cutanee (vestiti con maniche e pantaloni lunghi);
  • utilizzare oggetti domestici (vestiti, lenzuola, asciugamani, stoviglie etc.) dedicati e non condivisi;
  • disinfettare le superfici utilizzando soluzioni di ipoclorito di sodio allo 0,5% (candeggina diluita) o altro disinfettante con proprietà virucide e lavare indumenti e biancheria a cicli di 60°C, inoltre la pulizia degli ambienti, degli indumenti e della biancheria deve essere eseguita con cura per evitare la sospensione di materiale infettivo nell’aria;
  • evitare il contatto con persone immunocompromesse e contatti stretti o intimi, inclusa l’attività sessuale, con altre persone;
  • evitare il contatto con qualsiasi mammifero da compagnia, in particolare roditori e lagomorfi, e segnalare alle autorità veterinarie eventuali contatti recenti;
  • provvedere ad un’accurata igiene delle mani e respiratoria, utilizzando una mascherina chirurgica in caso di contatto con altre persone;
  • raccogliere tutti i rifiuti in un unico sacco, facendo particolare attenzione agli oggetti taglienti e ai materiali venuti a contatto con le lesioni cutanee o i fluidi corporei, utilizzando guanti monouso e infilando il primo sacco in un secondo sacco per prevenire eventuali rotture.

Vaccini

Secondo la Circolare del Ministero della Salute al momento, la modalità di contagio e la velocità di diffusione, così come l’efficacia delle misure non farmacologiche fanno escludere la necessità di una campagna vaccinale di massa (Circolare 5 agosto 2022).
La campagna vaccinale è iniziata, nel mese di agosto 2022, nelle regioni con il più alto numero di casi segnalati (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto) e proseguirà, sulla base delle disponibilità del vaccino, nelle altre regioni a partire dai mesi successivi. Le popolazioni a maggiore incidenza attualmente identificate sono:

  • personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus
  • persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), che abbiano più specificatamente:
    • storia recente (ultimi 3 mesi) con più partner sessuali;

e/o

    • partecipazione a eventi di sesso di gruppo;

e/o

    • partecipazione a incontri sessuali in locali/club/cruising/saune;

e/o

    • recente infezione sessualmente trasmessa (almeno un episodio nell’ultimo anno);

e/o

abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche (Chemsex).